MESSAGGIO ORIGINALE, inviato ai newsgroups "it.cultura.filosofia" e "it.scuola"
03/06/1999
Salve a tutti,
sono un ragazzo di 21 anni, e frequento, da ultraripetente,
l'ultimo anno di liceo scientifico.
Mi appresto ad affrontare l'ESAME DI STATO, non senza gravi problemi; anzi,
direi piuttosto che la situazione è disperata, visto il numero di assenze
che ho fatto quest'anno (ho superato le 100) e la qualità dei voti che,
quando addirittura non mancano, non sono "esaltanti" (3 a matematica e a
scienze, 4 a fisica, 6 a italiano e latino e sul 5 scarso per il resto).
In ogni caso,è certo che non sono uno studente comune e non mi si può
accostare a nessuno stereotipo, come ho dimostrato nella mia carriera
scolastica bizzarra ed incredibile.
Ho due anni di ritardo e ho svolto, presso una scuola privata (anche se,
decisamente, non sono ricco), in un singolo anno la III e la IV, per poi
tornare a quella pubblica (in un istituto diverso dal precedente).
Sono riuscito ad arrivare in V senza aprire libro e non senza qualche
sporadico ma significativo exploit in materie come latino e filosofia, per
le quali spesso mi basta l'intuito.
Quest'anno rappresenta per me l'ultima possibilità (i miei genitori mi
hanno già aiutato troppo) per rimettermi in carreggiata e proseguire gli
studi e quindi è inutile dire che ERA fondamentale passare (e non dalla
porta). Nonostante questo mi ritrovo in questa situazione "terribile" a
pochi giorni dall'esame: sono davvero incorreggibile!
Comunque mi è venuta l'idea di fare, alla fine della prova orale, se mi
sarà concesso, una breve arringa difensiva con la quale giocherò le mie
ultime carte (spero che si riveleranno assi nella manica) e cercherò di
convincere la commissione che il sottoscritto rappresenta un' "eccezione"
(come è in realtà).
Forse aggiungerò il "discorso" anche alla fine di ogni prova scritta.
Leggetelo, è riportato qui sotto, e capirete tutto quello che c'è da capire.
Ciò che chiedo gentilmente a chi legge il presente messaggio, (mi rivolgo
soprattutto, ma non solo, a chi è insegnante), è di darmi il suo parere su
questa idea che ho avuto. [se pensa sia giusto darmi la possibilità di fare
un discorso del genere, se ritiene sia giusto fare un'eccezione nei miei
confronti e promuovermi, cosa farebbe al posto dei componenti della
commissione, quello che trova giusto e quello che trova sbagliato nelle mie
parole, se giudica la mia idea arrogante o ingenua o non so come...,ecc.
ecc...]
Gianni ******
"Professori, membri della commissione,
vi prego di ascoltare questo breve discorso, la cui esposizione penso che
possa essere ritenuta un diritto, mio e di qualsiasi altro studente;
soprattutto a chi ha avuto problemi di un certo peso nella vita scolastica,
ritengo debba essere concesso di spiegare i motivi del suo disagio e delle
sue difficoltà.
Certo, vi chiederete perchè non tentare prima, nel corso dell'anno
scolastico, un chiarimento del genere. Nel mio caso, la risposta è che ho
voluto continuare, sempre e nonostante tutto, a fare di testa mia e dunque
ho ritenuto inevitabili i problemi che ho dovuto affrontare quest'anno e
negli anni passati.
I sintomi dei miei problemi sono stati la carenza d'impegno e
conseguentemente la scarsezza dei risultati ed è per questo naturalmente che
mi ritrovo in una situazione molto critica, per usare un eufemismo.
Ora, il
punto fondamentale che mi sta a cuore spiegare è che lo studio è l'unica
cosa che mi interessa nella vita ed in particolare ritengo lo studio della
filosofia la mia VOCAZIONE ed è proprio questa la strada sulla quale vorrei
proseguire.
Io amo il sapere per il sapere ed ho un atteggiamento verso di esso che
pochissimi ragazzi hanno. La maggior parte di loro non è nemmeno
lontanamente consapevole del valore intrinseco di ciò che imparano e non ne
apprezzeranno mai il vero significato. E questo voi professori lo sapete
benissimo, vi trovate di fronte questo problema ogni giorno, mi riferisco
soprattutto alle materie umanistiche.
Ebbene, il mio ATTEGGIAMENTO è l'esatto contrario di quello degli studenti
che ho appena descritto e DEVE essere premiato: non c'è solo l'IMPEGNO da
prendere in considerazione.
Anzi, io DISPREZZO profondamente l'impegno quando è motivato dalla serietà
e dal senso del dovere; DISPREZZO la SERIETA' ed il SENSO DEL DOVERE.
L'impegno nello studio deve essere GRATUITO e questo è il solo tipo di
impegno che io riesco a mettere nelle mie attività intellettuali.
Ed è così che mi succede di non aprire quasi mai un testo scolastico, ma di
passare praticamente l'intera giornata a studicchiare qua e là, quando ho in
mano un'enciclopedia o un vocabolario, quando altri libri che mi piace usare
comunque in modo enciclopedico, attraverso la consultazione degli indici
analitici, se ci sono; quando sono su Internet o leggo dei giornali o
ascolto la radio, o guardo la televisione cercando sistematicamente di
cogliere tutto quello che c'è da imparare.
Questo faccio nella vita, E BASTA, non c'è altro che mi interessi.
Una vita isolata, quasi al di fuori della società, è il prezzo da pagare
per chi non crede in nulla, per chi ha demistificato tutto quello che c'era
da demistificare e si ritrova in mano solo il vuoto e cerca un appiglio nel
gusto per l'ASSURDO e la CONTRADDIZIONE, e trova una distrazione e forse una
speranza nell'esercizio del pensiero filosofico.
Sulla base di questo, il
mio comportamento, anche in ambito scolastico, ha un buon grado di assurdità
e di contradditorietà, ma ne rivendico l'estrema dignità e rifiuto di essere
bollato come immaturo, cosa che mi fa ridere di gusto, mentre accetto con
orgoglio l'appellativo di IRRESPONSABILE, perchè ci vuole coraggio a non
farsi sottomettere dagli impegni e dagli "appuntamenti" di cui è fatto lo
scorrere della vita e quindi, in definitiva, a non farsi sottomettere dal
TEMPO.
Una tale filosofia di vita può portare, indubbiamente, in mezzo ad una
strada, alla ROVINA, ma può portare in alternativa, con un po' di fortuna,
ad una fruttuosa carriera di studioso e di intellettuale.
Sono al bivio e sono nelle vostre mani; sta a voi decidere: sono certo di
avervi fornito delle ottime ragioni per promuovermi ed indirizzarmi verso la
seconda di queste prospettive.
Di ragioni per non fare ciò, sinceramente, non ne vedo l'OMBRA.
Spero di avervi convinto del fatto che sarebbe un DELITTO se non potessi
seguire la mia VOCAZIONE e sfruttare le mie grandi CAPACITA', un delitto
certamente non causato da voi, ma che VOI potete evitare."
- GRAZIE A TUTTI -
denmad@oocities.com
http://www.get.to/appuntifilosofici
NOTA FINALE (aggiunta in seguito alle riflessioni, provocate dalle numerose risposte pervenute):
Sono consapevole del fatto che un discorso come quello che ho appena fatto possa essere incoerente dal punto di vista logico e rappresentare, in sostanza, sul piano della mia difesa personale, un AUTO-GOL.
Dico questo, perchè è evidente che chi ha la presunzione di essere DIVERSO dagli altri (per non dire superiore), poi, non possa mendicare il loro aiuto e non accettare le conseguenze del suo atteggiamento.
Ebbene, vorrei dire che non me ne importa niente, che sono disposto a calpestare tutto quello che ho detto e tutte le mie convinzioni e presunzioni, mai definitive, e a sopportare ogni frustazione psicologica, per ottenere ciò che voglio.
Non ho la forza d'animo e l'incrollabilità dell' "artista maledetto" e non mi interessa averle.
Anzi, sono stato diposto a UMILIARMI, così come ho fatto. Credo che sia sintomo di una mentalità APERTA fino all'estremo.
E' certo però che, se dovessi bocciare, potrei cominciare a perdere quest'apertura mentale ed a prendere sul serio le idee che prima ho espresso, anche quelle più estreme, perchè inevitabilmente esse verrebbero legittimate e caricate di significato a causa della vostra decisione: diventerei INSERVIBILE per la società e "pericoloso" per gli altri e per me stesso.
Dunque, non date ragione alla mia ARROGANZA e non alimentatela: è nell'interesse e nello scopo del vostro RUOLO di insegnanti.
© 1999-2000, Gianni ******